L’obiettivo dell'Ue di ridurre la povertà attraverso la strategia di Lisbona si è rivelato un fallimento, mentre l’obiettivo sulla diminuzione della povertà fissato dal programma Europa 2020 appare fuori portata.
Entrambe le strategie sono state basate su alcune varianti dell’indicatore “persona a rischio di povertà”. Tuttavia, la notevole differenza a livello nazionale nelle soglie di povertà rende inutile aggregare la povertà a livello europeo.
Inoltre, per raggiungere l’obiettivo di Europa 2020 il coefficiente di Gini, che misura la diseguaglianza di una distribuzione e spesso usato come indice di concentrazione del reddito, dovrebbe diminuire in due anni di 3,5 punti percentuali in ogni paese dell’Ue. Utopia allo stato attuale.
L'errore è stato porsi l'obiettivo di ridurre la povertà e non la disuguaglianza. Per cambiare rotta sarebbe sufficiente un accordo politico in seno all'Unione europea per stabilire un concreto obiettivo di riduzione della disuguaglianza e le politiche corrispondenti. Utopia anche questa?
Presi per il PIL
Europa 2020 è la strategia decennale dell’Ue per la crescita e l’occupazione, varata nel 2010 allo scopo di creare condizioni favorevoli ad una crescita “intelligente, sostenibile e inclusiva”. Si propone di ridurre di 20 milioni, a livello europeo, gli individui esposti al rischio di povertà o esclusione sociale entro il 2020. Piuttosto che attendere altri due anni per certificare il fallimento della strategia Europa 2020, non sarebbe forse opportuno prenderne atto ora?