La prima economia europea rallenta. Dopo la rivisitazione al ribasso della crescita tedesca da parte del Consiglio degli esperti economici la scorsa settimana – per il 2018 Pil all'1,6% invece del 2,3 previsto a marzo – arriva ora la conferma ufficiale dall'Istituto federale di statistica.
Il prodotto interno lordo della Germania ha segnato lo 0,5% nel terzo trimestre, il che si traduce in una diminuzione dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. È la prima volta che l'economia tedesca registra una contrazione in più di tre anni.
Il calo del Pil è dovuto principalmente agli sviluppi del commercio estero: secondo i calcoli provvisori, le esportazioni sono diminuite mentre le importazioni sono aumentate.
Per quanto riguarda la domanda interna, ci sono stati segnali contrastanti: gli investimenti fissi lordi in macchinari e attrezzature e in costruzione sono stati superiori a quelli del trimestre precedente, mentre la spesa per consumi finali delle famiglie è diminuita.
Alla base del trend calante del Pil le difficoltà del comparto automobilistico, l’effettivo volano dell’economia tedesca.
Tuttavia, alcuni economisti credono che questi risultati rappresentino soltanto una scivolata e non si mostrano preoccupati per la salute generale dell'economia tedesca, che secondo loro tornerà a rafforzarsi nel quarto trimestre. Per altri, invece, lo scenario non è destinato a migliorare anche perché le esportazioni continueranno a contrarsi come conseguenza di un'ulteriore attenuazione della domanda globale.
In ogni caso, ciò che il presente lascia presagire non è comunque positivo per il futuro. Se il ribasso della crescita (+1,6% per l’anno in corso) dei giorni scorsi stimato dal Consiglio di esperti aveva fatto notizia, l’ultima comunicazione dell’Istituto di statistica dipinge un quadro ancora più grigio: 1,5%.
E per l’economia italiana, che è al traino di quella tedesca, non è certo una buona notizia.