Il Pil ha registrato una crescita del 16,1% nel terzo trimestre 2020 rispetto ai tre mesi precedenti. Lo comunica l’Istat, sottolineando che, a causa delle flessioni dei precedenti due trimestri dell’anno, nel confronto con il terzo trimestre del 2019 la variazione resta invece negativa nella misura del 4,7%. Il marcato recupero del terzo trimestre riporta il volume del Pil ai livelli registrati nella prima metà del 2015. La variazione acquisita per il 2020 è pari a -8,2%.
Il dato è superiore alle stime degli analisti che si attendevano un rimbalzo dell’11,2% su base congiunturale e una contrazione dell’8,7% su base annua. Nel secondo trimestre il Pil italiano aveva registrato un calo del 13% rispetto ai tre mesi precedenti, per una variazione tendenziale negativa pari a -17,9%.
Anche Germania, Francia, Spagna sono ripartite in estate. Il Pil tedesco è cresciuto dell’8,2% congiunturale nel terzo trimestre, dopo il -9,7% del secondo trimestre. Si tratta del livello più alto dal 1970 (da quando l’Ufficio federale di statistica, Destatis, ha iniziato le sue rilevazioni). Su base annua il Pil ha subito una contrazione del 4,3%, dopo il -11,3% del secondo trimestre. Su queste basi, il ministero dell’Economia tedesco ha deciso di rivedere le sue stime: la crescita registrerà probabilmente una contrazione del 5,5% quest’anno a fronte del -5,8% previsto precedentemente.
L’economia francese ha registrato un forte rimbalzo nel terzo trimestre dopo il crollo dovuto al lockdown di primavera. Il Pil è cresciuto del 18,2% su base congiunturale. Su base annuale la contrazione è stata del 4,3%.
In Spagna invece il prodotto è aumentato del 16,7% nel terzo trimestre su base congiunturale, ma l’economia iberica registra ancora un saldo negativo dell’8,7% rispetto a un anno prima. A livello europeo, il Pil destagionalizzato è salito del 12,7% nell’Eurozona e del 12,1% nell’Ue rispetto al trimestre precedente.