Il numero dei nuclei familiari in Giappone nei quali sono presenti bambini è sceso sotto i 10 milioni (su una popolazione complessiva pari a circa 126 milioni di abitanti; fonte: My Data Jungle) per la prima volta da quando sono iniziate le statistiche, nel 1986, evidenziando il progressivo declino del tasso di natalità nel Paese.
Secondo i dati triennali pubblicati dal ministero della Salute nipponico, alla fine del 2022 le famiglie con bambini sotto i 18 anni ammontavano a 9,91 milioni, segnando una diminuzione del 3,4 percento rispetto al 2019. Inoltre, il numero di bambini nati in Giappone nel 2022 è sceso sotto le 800mila unità per la prima volta dal 1899, anno in cui sono iniziate le statistiche.
Eppure la politica di assistenza all’infanzia continua ad essere una priorità per il governo guidato dal premier Fumio Kishida, che ha presentato a giugno un piano con misure a sostegno delle nuove coppie di genitori per tentare di attenuare la riduzione della natalità nella seconda economia asiatica, nonché terza al mondo.
Il problema è che la progressiva flessione del tasso di natalità si unisce all’invecchiamento generale della popolazione (il secondo tipo di nucleo più comune in Giappone sono proprio le famiglie composte di anziani con un’età superiore ai 65 anni, che rappresentavano il 31,2 per cento del totale), creando un mix difficile, se non impossibile, da contrastare, soprattutto nel breve periodo.