La Grecia vende i beni statali

Il 2024 sarà l’anno di maggior successo per le privatizzazioni greche fino ad oggi. Ma l’obiettivo originario del programma lanciato durante la crisi del debito rimane illusorio

Atene privatizza i beni statali

Non capita tutti i giorni di ricevere un simile credito, specialmente in terra ellenica: nei giorni scorsi sono stati versati 3,27 miliardi di euro sul conto dell’Ente greco per le privatizzazioni HRADF (la cifra corrisponde a poco meno dell’1% del debito pubblico domestico). È quanto dovuto dalla holding di costruzioni ed energia GEK Terna per la gestione della tangenziale autostradale di Atene Attiki Odos. La concessione sulla strada a pedaggio, appena consegnata al nuovo gestore, avrà una durata di 25 anni.

La Grecia ha, inoltre, concluso nei giorni scorsi la riprivatizzazione dei propri istituti di credito con la vendita di una quota del 10% nella National Bank (Nbg), il secondo istituto di credito ellenico, che ha riscosso una forte richiesta da parte degli investitori.

Il governo del primo ministro conservatore, Kyriakos Mitsotakis, sta così completando il più grande progetto nei 13 anni di storia del programma di privatizzazione greco. Ciò significa che il 2024 sarà anche l’anno più redditizio per le privatizzazioni fino ad oggi. Entro fine anno dovrebbero entrare nelle casse 5,8 miliardi di euro. Sarebbe più di quattro volte superiore a quello dell’anno record precedente, il 2017.

Le privatizzazioni sono tra gli impegni che la Grecia ha dovuto assumere durante la crisi del debito sovrano degli anni 2010 in cambio di aiuti finanziari da parte dei suoi partner dell’Euro e del Fondo monetario internazionale. Ancora oggi, tuttavia, il debito pubblico greco resta ancora oggi il più grande dell’Eurozona in percentuale del Pil, così come l’obiettivo originario del programma di privatizzazioni lanciato durante la crisi del debito rimane illusorio.

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