L’economia globale sembra essersi “stabilizzata”. A sostenerlo è il Fondo monetario internazionale che prevede un Pil nel 2018-19 bloccato al 3,7% dello scorso anno, 0,2 punti percentuali al di sotto delle previsioni di aprile.
Ma, tra quelli importanti, c’è un paese che va in controtendenza: è la Russia. La Federazione dovrebbe avere nel 2019 una crescita dell'1,8%. Il precedente World Economic Outlook dell’Fmi , pubblicato a luglio, prevedeva per lo stesso anno un Pil all'1,5%.
Secondo il rapporto, la rivisitazione al rialzo delle proiezioni è conseguenza di due fattori. Uno endogeno, il recupero della domanda interna. L'altro (in parte) esogeno, l'aumento del prezzo del petrolio.
Da ora, invece, il greggio dovrebbe cominciare a scendere. Le previsioni per il 2018 indicano 69,38 dollari al barile (68,76 nel 2019). Il Fondo si spinge a immaginare uno scenario anche più a medio termine: nel 2023 calerà a 60 dollari. Molto meno del prezzo attuale, ma anche superiore al prezzo del 2017, quando era sceso a 52,8 dollari.