L’unico applauso a scena aperta di tutta la tre giorni del Forum Ambrosetti è stato per Giancarlo Giorgetti, nonostante il ministro dell’Economia abbia appena riconosciuto che modi e comunicazione della tassa sugli extraprofitti delle banche erano sbagliati, salvo poi precisare che la tassa era “giustissima”. Lo ha detto anche in una sala che in un sondaggio l’aveva appena bocciata. Il capitalismo italiano riunito a Cernobbio è rimasto sorpreso da Giorgetti. Da ciò che riferisce e soprattutto dal tono, duro. Ma ha comunque scaldato le mani della platea.
Dice Giorgetti: “Il problema resta l’offerta, la sua ricostruzione per via di intenti pubblici sani e decisioni private efficienti. La nostra capacità produttiva deve aumentare e occorre accrescere la produttività. Ma se insistiamo a far fare allo Stato la parte del Re Sole che distribuisce prebende, non andiamo lontani”. E poi: “Le rendite sono la questione più dolente”. Un’accusa agli eterni corporativismi che, nella visione di Giorgetti, gonfiano i costi “come nei primi anni dell’euro”.
Parole inattese dal popolo di Cernobbio: non immaginavano probabilmente di ritrovarsi difronte a ciò che alcuni è sembrato (come riporta il Corsera) un ministro del governo di Mario Draghi, autore del miglior discorso dell’opposizione. Sarà forse anche per questo che ha incassato un lungo applauso?