La notizia temuta è arrivata. Teheran ha annunciato che la corsa all’arricchimento dell’uranio proseguirà “senza restrizioni in base alle sue esigenze tecniche”.
L’Iran si ritiene di fatto libero da tutti i “limiti sul numero” delle centrifughe stabiliti nell’accordo del 2015 sul nucleare.
E il monito agli Usa è lapidario: “Colpire i siti culturali sarebbe un crimine di guerra”, dice il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif replicando al tweet del presidente Donald Trump sull’ipotesi di attacco ai siti culturali.
Le minacce dell’Iran e dei suoi alleati nella regione si allargano a Israele accusata di essere stata la fonte del posizionamento di Soleimani in occasione del raid. Mohsen Rezaee, ex leader della Guardia rivoluzionaria iraniana, afferma che le città di Tel Aviv e Haifa possono essere prese di mira per vendetta.