La Us Navy nel Mediterraneo torna allo schieramento del 2021, prima della stagione di conflitti. Dopo la portaerei “Gerald Ford”, anche la task force da sbarco con le due portaelicotteri “Bataan” e “Hall” ha varcato Gibilterra e sta facendo rotta verso gli States.
Si chiude così la massiccia mobilitazione della flotta americana decisa a ottobre per impedire che la guerra di Gaza si estendesse in tutto il Medio Oriente.
Adesso non ci sono più grandi navi statunitensi nel Mediterraneo, né unità in grado di far decollare aerei da combattimento: resta solo il normale presidio di cacciatorpediniere. In apparenza sembra un segnale di pace.
In realtà, oggi, la priorità strategica per gli Stati Uniti è nell’Indo-Pacifico, dove la Marina porta avanti il confronto con la Cina: in questo momento le portaerei “Reagan” e “Roosevelt” si trovano lì.
C’è poi l’emergenza dello Yemen e l’esercitazione Nato in Scandinavia. E all’Us Navy non resta altro da impiegare.
La linea americana è semplice: tocca alle marine della Ue – italiana e francese in primis - e alla Turchia farsi carico del Fronte Sud dell’Alleanza atlantica.