Tritolo introvabile: raddoppiato il prezzo dei missili

Il Tnt è a base di nitrocellulosa, tossica per l’ambiente: ormai lo producono quasi solo in Russia, Cina e India. La spesa per fabbricare un proiettile da 155 millimetri è salita da 2-3 mila dollari a pezzo a una media di 5 mila.

Tritolo introvabile: raddoppiato il prezzo dei missili

La scarsità di esplosivo è arrivata al punto che il ministero per le Industrie strategiche di Kiev - in segreto - sta comprando munizioni fabbricate all’indomani della Seconda guerra mondiale da Paesi che, oggi, restano neutrali fra Russia e Ucraina.

I loro governi non vogliono che si sappia, per non compromettere i rapporti con Mosca. Ma quelle munizioni non caricheranno i mortai o i cannoni dei tank puntati contro le forze di Vladmir Putin.

Servono, piuttosto, per essere smontate. I produttori ucraini di armi prelevano così al loro interno il trinitrotoluene, meglio noto come tritolo o Tnt: la polvere esplosiva che costituisce il materiale essenziale dei missili, dei proiettili e di parte dei droni che il conflitto sta consumando a milioni di pezzi.

Il Tnt oggi è l’ingrediente più ricercato e introvabile, soprattutto per i Paesi definiti democratici. Così introvabile che la sua stessa scarsità ne sta facendo salire il prezzo, contribuendo in maniera preponderante all’aumento dei costi di produzione delle munizioni in tutto il mondo. Da quando Putin ha ordinato l’invasione su larga scala dell’Ucraina, la spesa per fabbricare un proiettile da 155 millimetri è salita da duemila-tremila dollari a pezzo - si stima a Kiev - a una media di cinquemila dollari, con punte da ottomila dollari.

Benché questo esplosivo sia la base di qualunque industria bellica, i Paesi dell’Alleanza atlantica hanno smesso da anni quasi completamente di produrlo. La fabbricazione del tritolo, infatti, era e resta profondamente impopolare nelle democrazie contemporanee. 

L’ingrediente di base del Tnt è la nitrocellulosa (il cosiddetto fulmicotone), una sostanza chimica tossica per l’ambiente e potenzialmente per le maestranze di fabbrica, in caso di errori sui luoghi di lavoro. Per questo motivo tutti i principali Paesi occidentali hanno iniziato a chiudere i loro stabilimenti di produzione di Tnt fin da prima della fine della guerra fredda, contando di poterne importare dall’estero.

Da allora la produzione si concentra in Russia o nei Paesi del Sud del mondo schierati in questa guerra con Mosca o, al meglio, neutrali: Cina, India, in parte la Turchia.

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