La Nato sta elaborando piani per schierare un esercito permanente ai suoi confini nello sforzo di contrastare future possibili aggressioni della Russia successive all’invasione dell’Ucraina.
A rivelarlo è il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. “La Nato è nel mezzo di una trasformazione veramente fondamentale” che riflette anche “conseguenze a lungo termine” delle azioni di Vladimir Putin, spiega Stoltenberg.
La piccola presenza sul fianco orientale dell’Alleanza sarà sostituita da forze sufficienti a respingere tentativi di invasione ai danni di stati membri quali Estonia e Lettonia. Le opzioni di questo ripristino saranno sviluppate dal comando militare della Nato.
Intanto la Russia minaccia. Le forniture di armi e munizioni all’Ucraina da parte dell’Occidente causano “ulteriore spargimento di sangue”, sono “pericolose e provocatorie” e possono portare “gli Stati Uniti e la Federazione Russa sulla via del confronto militare diretto”. È quanto dichiarato in un’intervista a Newsweek l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, Anatoly Antonov.
La guerra, nel frattempo, rivela altre atrocità. Dopo Bucha, la strage alla stazione ferroviaria che ha causato 360 morti, a Makariv sale a oltre 130 il bilancio delle vittime civili e a Mariupol i numeri potrebbe essere ben più consistenti. “La portata dei crimini” delle forze russe a Mariupol “è dieci volte peggio del genocidio di Bucha”. Lo scrive il comune della città ucraina su Telegram.