“Prima di tutto parliamo di un Paese dove c’è libertà di espressione, e il ministro Lavrov appartiene a un Paese dove non c’è libertà di espressione. In Italia c’è libertà di esprimere le opinioni, anche quando sono palesemente false e aberranti. Quello che ha detto Lavrov è aberrante. E per quanto riguarda la parte riferita a Hitler, è davvero oscena”. Con queste dure parole si è espresso Mario Draghi, riferendosi alle frasi pronunciate in un’intervista a Mediaset dal ministro degli Esteri russo.
“La televisione trasmette liberamente queste opinioni”, ma “in realtà” – attacca Draghi - quello di Lavrov “è stato un comizio. Ci si deve chiedere” se è giusto “accettare di invitare una persona che chiede di essere intervistata senza nessun contraddittorio. Non è granché professionalmente, fa venire in mente strane idee”.
Toni e parole che divaricano ulteriormente la distanza tra Russia e Nato. È forse anche per questo che il premier aggiunge: “Nessuno di noi vuole la guerra, nessuno vuole un’escalation, questo è quello che dirò” al presidente Usa “Joe Biden - prosegue Draghi - Ma nessuno di noi vuole abbandonare l’Ucraina”.
A quest’ultima frase si ricollega il passaggio successivo. “L’Italia agisce in difesa dei valori delle democrazie occidentali. C’è un decreto interministeriale, che prevede l’invio di nuove armi - afferma il capo del governo -. Non so però quali”. E ripete le sue parole del 17 febbraio 2021, quando ottenne la fiducia del Parlamento: “Questo governo nasce nel solco dell’Ue, della Nato e delle grandi democrazie occidentali”.