L'ex presidente brasiliano Michel Temer è stato arrestato a San Paolo, in seguito ad accuse di corruzione. Il fermo è legato alle indagini riguardanti uno schema di corruzione relativo alla costruzione della centrale nucleare Angra 3, situata ad Angra dos Reis, sul litorale di Rio de Janeiro.
José Antunes Sobrinho, ex proprietario dell'impresa Engevix e ora collaboratore di giustizia, ha rivelato agli inquirenti che, per aggiudicarsi l'appalto, avrebbe pagato una tangente da un milione di reais (poco meno di 300 mila euro) su richiesta del colonnello Joao Baptista Lima Filho (collaboratore di Temer) e dell'ex ministro delle Miniere e dell'Energia, Moreira Franco, a propria volta arrestato. Il tutto con il consenso tacito del capo di Stato.
I fermi sono stati eseguiti nell'ambito dell'inchiesta Lava Jato sui fondi neri Petrobras, considerata la Mani Pulite verdeoro. Secondo la procura, il presidente brasiliano era alla guida di una "organizzazione criminale" coinvolta in corruzione e riciclaggio di denaro.
Seppur impopolare tra i brasiliani, Michel Temer - 78 anni, membro del Partito di centro-destra Movimento democratico, divenuto presidente nell'agosto 2016 dopo che il suo predecessore, Dilma Rousseff era stata messa sotto accusa – si era fatto paradossalmente una reputazione di politico vicino alle imprese. Troppo o, forse, troppo poco.
Dopo Luiz Inacio Lula da Silva ("Lula") e Dilma Rousseff, Temer è il terzo ex presidente consecutivo ad esser arrestato nell’ambito dell'inchiesta sulla corruzione (iniziata a maggio 2014), che ha coinvolto numerosi politici brasiliani e alcune grandi aziende, come il gigante dell'edilizia Odebrecht e la compagnia petrolifera, parzialmente controllata dallo Stato, Petrobras.