I fondi ricevuti dai partiti politici in India dal 1976 non possono essere messi sotto indagine dalla magistratura. Tradotto, i finanziamenti provenienti dalle multinazionali estere non sono più perseguibili. Lo stabilisce un emendamento alla legge elettorale varato dal governo indiano con il consenso di tutti i partiti politici.
"L'unico scopo di questa ultima scelta è salvare i due principali partiti del paese dall'umiliazione di essere dichiarati colpevoli per aver violato la legge sui finanziamenti stranieri", ha detto Jagdeep Chhokar, fondatore dell'Associazione per le riforme democratiche.
I due principali partiti politici - quello di centrodestra Bharatiya Janata Party (BJP) al governo e il Congress Party all’opposizione - sono stati riconosciuti colpevoli di aver infranto la legge da un tribunale di Delhi nel 2014. Nella sua sentenza è scritto che le due parti avevano ricevuto fondi tra il 2004 e il 2012 dalle società di proprietà del gruppo minerario Vedanta Resources quotato a Londra. Altra sorte, seppur per fatti simili, quella accaduta all’ex presidente francese Nicolas Sarkozy, sotto inchiesta per aver accettato i finanziamenti dall'ex leader libico Muammar Gheddafi.