Il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, non risponde direttamente all'ultimatum di Madrid di cinque giorni fa (“Dichiarate l’indipendenza o no?”) e prende tempo. Con una lettera inviata a Mariano Rajoy ha chiesto un margine di "due mesi" per dialogare e negoziare un'uscita politica dall’empasse. Nella comunicazione ufficiale si ribadisce che il voto del referendum del 1 ottobre ha dato mandato al Parlamento catalano per dichiarare l'indipendenza.
La Generalitat ha ancora tre giorni, fino a giovedì, per correggere la propria decisione. Nel frattempo, la replica di Madrid non si è fatta attendere. Rajoy: “Risposta definitive entro giovedì oppure commissariamo la Catalogna”.
L’applicazione dell’art 155 e la sospensione dell’autonomia catalane sono, dunque, più vicine che mai.
Presi per il PIL
Intanto l'economia della Catalogna sta vivendo momenti difficili. Secondo quanto riporta Cinco Dias, circa 540 aziende localizzate in questa regione hanno deciso di cambiare la propria sede legale e fiscale dallo scorso 2 ottobre, appena un giorno dopo la conclusione del referendum per l'indipendenza. Tra le imprese più importanti, CaixaBank e Banco Sabadell hanno installato la loro sede sociale e fiscale, rispettivamente, a Valencia e Alicante, mentre Gas Natural a Madrid. La novità è che queste aziende stanno valutando di spostare anche i loro centri operativi al di fuori della Catalogna.