I recenti scandali giudiziari che hanno coinvolto il partito del presidente alla fine hanno pesato. La mozione di sfiducia contro il governo Rajoy, anche se solo per quattro voti, è passata e Pedro Sánchez, segretario generale del Psoe, il partito socialdemocratico, è il nuovo premier della Spagna.
Il leader socialista si è impegnato a rispettare gli impegni di bilancio assunti dal governo uscente e ad aprire un dialogo con i secessionisti catalani. È, al contempo, disponibile a convocare le elezioni, sebbene non abbia specificato la data.
Sánchez ha ottenuto 180 voti a favore, 169 contrari e 1 astenuto, dopo due giorni di dibattito durante i quali Mariano Rajoy si è rifiutato di dimettersi. Se lo avesse fatto si sarebbe andati direttamente a nuove elezioni.
In un breve intervento, Rajoy ha laconicamente spiegato di accettare, come democratico, il risultato della mozione di sfiducia. Il giuramento del nuovo governo davanti al Re Felipe VI è in programma sabato 2 giugno.
Un percorso affascinante quello di Sanchez. Nel maggio dello scorso anno si è ripreso la leadership del Psoe, dopo aver vinto le primarie e pochi mesi dopo essere stato estromesso in seguito ad una disputa interna al partito. Ora si sta preparando a presiedere il governo senza aver vinto le elezioni, senza essere parlamentare e con il magro sostegno di 84 deputati.