Nel nuovo governo spagnolo di Pedro Sánchez c’è una minoranza: 6 ministri uomini, 11 sono donne. Il premier socialista ha presentato la lista del suo governo a re Felipe VI.
Per la prima volta nella storia della Spagna è un governo quasi tutto rosa. Sanchez l’ha definito come il "riflesso della società”, europeista e rivolto alle donne, che "prendono" i posti chiave, tra i quali Difesa, Giustizia ed Economia.
Alla guida di quest’ultimo ministero, il più importante, è stata chiamata Nadia Calviño, sposata e quattro figli. La sua nomina assume un particolare rilievo in un momento in cui l'Italia si sta orientando verso l'euroscetticismo. Lei, invece, europeista convinta, è stata dal 2006 al vertice della Commissione europea e da allora si è rivelata uno dei principali protagonisti di tutte le principali fasi dell'ultimo decennio, dalla riforma della zona euro alla Brexit.
Per la prima volta assume una posizione puramente politica. E lo fa in un governo di dubbia durata, visto che può soltanto contare sul misero appoggio degli 84 deputati Psoe sui 350 della Camera. Anche il suo predecessore, Román Escolano, si è dimesso da una posizione europea di alto livello (vicepresidente della Banca europea per gli investimenti) e ha perso il suo posto in meno di tre mesi.
Adesso tocca a lei. Come Escolano conosce bene corridoi e stanze di Bruxelles, dove lascia una brillante carriera internazionale. Tra gioie e delusioni, come quando occupandosi della Brexit ha dovuto incassare il no dell'ex ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, contrario alla maggior parte delle riforme proposte da Bruxelles.
La resistenza di Schäuble ha contribuito al fatto che l'Unione bancaria sia rimasta incompleta. Ora Calviño proverà a riscattarsi guardando ad un’Unione europea più forte e come ministro dell'Economia di un governo che sosterrà le riforme proposte dal presidente francese, Emmanuel Macron.