La legge spagnola stabilisce che nel caso in cui si regolarizza (pagando almeno il 70%, in questo caso quindi 350 mila euro) la propria situazione fiscale, prima che l’amministrazione fiscale o la giustizia notifichino all’interessato l’apertura di procedimenti per l’accertamento dei debiti che hanno con l’erario, si è esonerati dalla responsabilità penale.
La decisione del padre di re Felipe appare in realtà una mossa strategica per limitare i danni di un’altra indagine aperta il mese scorso a suo carico. La procura spagnola sta infatti investigando sull’ipotesi che Juan Carlos abbia utilizzato carte di credito collegate a conti registrati a un soggetto messicano, il che potrebbe costituire reato di riciclaggio per il quale potrebbe essere perseguito (anche questo fatto è avvenuto dopo il 2014).
La dichiarazione di Juan Carlos arriva quattro mesi dopo il suo trasferimento negli Emirati Arabi Uniti dove sta vivendo una sorta di esilio volontario. L’ex re sta affrontando altre due indagini sulle sue finanze. Una di queste è stata aperta due anni fa su un contratto per costruire la linea ad ‘alta velocità’ in Arabia Saudita vinto da un consorzio di società spagnole nel 2011. Secondo il quotidiano svizzero La Tribune, nel 2008 il defunto re saudita Abdullah aveva depositato 100 milioni di dollari in una banca privata svizzera a cui Juan Carlos aveva accesso.