Via libera ufficiale della Commissione europea alla terza rata del Pnrr all’Italia da 18,5 miliardi di euro. L’esecutivo dell’Ue ha approvato anche le modifiche proposte da Roma agli obiettivi della quarta tranche.
Tutto bene quel che finisce bene. Ma è davvero tutto finito bene? In realtà, un pezzo consistente del Pnrr è finito nel cestino. Si tratta di nove misure, in particolare quelle destinate all’ambiente: dalla lotta al dissesto idrogeologico all’utilizzo dell’idrogeno nei settori industriali più inquinanti.
È l’immagine plastica del prezzo da pagare per i ritardi accumulati: centinaia di progetti fermi, 16 miliardi rimasti sulla carta, obiettivi che vanno stralciati perché già oggi, a tre anni dalla scadenza finale dell’estate del 2026, sono giudicati irrealizzabili.
Ma a mettere olio negli ingranaggi dei rapporti sull’asse Bruxelles-Roma sono le elezioni europee del 2024: la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, punta al bis. Ed è, per ora, a caccia di buoni rapporti. Anche con il governo italiano.