Dopo la Corte dei Conti, anche l’Ufficio parlamentare di bilancio avverte che l’utilizzo dei fondi del Pnrr procede al rilento. Secondo i dati del sistema di rendicontazione Regis e la banca dati delle gare dell’Anac, al 26 novembre erano stati spesi in tutto 28,1 miliardi, il 14,7 per cento delle risorse europee.
Se per gli anni dal 2020 al 2022 sono state impiegate tutte le risorse programmate, nel 2023 gli esborsi ammontano a soli 2,5 miliardi, il 7,4 per cento del programmato.
Un altro campanello d’allarme giunge dalla ricognizione fatta su 231.140 progetti avviati e finanziati ai soggetti attuatori, quelli chiamati a bandire le gare: più del 75% delle fasi è in ritardo.
Il principale collo di bottiglia resta la fase di assegnazione, cioè la selezione dell’impresa cui affidare la realizzazione: la tabella messa a punto dall’Upb, scorporando i progetti nelle varie fasi di realizzazione, mostra ritardi in 206mila casi su 215mila (96 per cento).
A oggi si registrano gare per un importo complessivo di circa 45 miliardi, pari al 25,4% del valore dei progetti, mentre le aggiudicazioni si fermano a circa la metà, 22,6 miliardi.