Il Presidente francese segue con interesse l’esito della crisi politica in Germania. Il mese scorso, quando l’avvio del quarto mandato di Angela Merkel si è reso più complesso, ha telefonato a Martin Schulz, il leader dell’SPD con il potere di mantenere la segretaria della CDU nella cancelleria.
Schulz e Macron hanno un passato condiviso nel centro-sinistra e, forse ancora più importante, obiettivi comuni per il futuro dell'UE. A poche ore dalla loro conversazione, Schulz ha accettato non per caso l’idea di governare insieme alla Merkel.
Nel frattempo i leader più rilevanti d'Europa potrebbero non aver raggiunto un accordo su dove e come traghettare l’UE, ma l'episodio mostra che si sta lavorando dietro le quinte per far progredire il progetto.
Le ultime prove della collaborazione franco-tedesca sono emerse questa settimana quando il portoghese Mario Centeno, che sostiene la spinta di Macron per un bilancio della zona euro, è stato scelto per guidare l’Eurogruppo superando Peter Kazimir, che era invece preferito dai falchi tedeschi.
Tuttavia, Parigi sta ancora trattenendo il fiato e lo farà fino a quando il prossimo Governo tedesco non sarà davvero operativo. Nel frattempo Jean-Claude Juncker ha bruciato le tappe e ha deciso di esporre mercoledì scorso la propria visione dell'integrazione dell'euro. Un passo, quello del Presidente della Commissione Europea, che in Francia è stato visto come un errore diplomatico.
Parigi vuole riscrivere la politica europea su tutto, dall'immigrazione ai bilanci: è questo il fulcro della strategia di Macron per rilanciare la crescita economica in Francia, affrontare la rabbia populista e ottenere la rielezione nel 2022. Per riuscirci, però, il Presidente francese vuole completare innanzitutto l'unione bancaria. La Merkel è avvertita.