Difesa, l’Ue acquisterà armi per il 65% ‘Made in Europe’

Il Commissario alla difesa Andrius Kubelius: “450 milioni di cittadini europei non dovrebbero dipendere da 340 milioni di americani per difendersi da 140 milioni di russi, che non possono sconfiggere 38 milioni di ucraini”. Ma l’Unione resta divisa sul debito.

Difesa, l’Unione acquisterà armi per il 65% ‘Made in Europe’
Ursula von der Leyen

La Commissione europea ha presentato ufficialmente un atteso Libro Bianco dedicato alla difesa e ancorato più sulle misure per facilitare il riarmo europeo che sul coordinamento militare.

L’obiettivo dell’esecutivo comunitario è doppio: promuovere l’acquisto di armi e rafforzare l’industria della difesa, in particolare europea. Il tema della pianificazione militare è lasciato alla collaborazione tra i paesi membri, dentro o fuori l’ambito della Nato.

L’ordine mondiale sta subendo cambiamenti di portata mai vista dal 1945”, ha detto alla stampa l’Alta Rappresentante Kaja Kallas, riferendosi al disimpegno americano dal continente europeo e alla perdurante guerra in Ucraina.

Ha aggiunto il Commissario alla difesa Andrius Kubelius: “450 milioni di cittadini europei non dovrebbero dipendere da 340 milioni di statunitensi per difendersi da 140 milioni di russi, che non possono sconfiggere 38 milioni di ucraini”.

La Commissione intende promuovere appalti in comune per l’acquisto di armi la cui origine è almeno per il 65% europea. Nel caso le armi provenissero in parte da Paesi terzi, ha precisato un funzionario comunitario, è essenziale che i Paesi membri abbiano il controllo totale dello strumento.

Sul fronte finanziario, Bruxelles conferma la proposta di nuovo debito europeo per 150 miliardi di euro da distribuire ai paesi che lo vorranno sotto forma di prestiti (con una maturità di 45 anni). Il denaro dovrà essere utilizzato per finanziare l’acquisto di particolari armi, quelle più sofisticate. Nuovi margini giungeranno dalla Banca europea degli investimenti, che potrà aiutare lo sviluppo di beni a doppio uso, civile e militare.

A questo si aggiunge la possibilità per i Paesi membri di deviare dai piani di deficit pubblico per un ammontare annuo dell’1,5% del Pil (incluso l’eventuale prestito SAFE). La spesa dovrà essere dedicata agli investimenti in difesa, ha spiegato il Commissario agli affari economici Valdis Dombrovskis.

La sera di giovedì (20 marzo) il vertice Ue ha votato il riarmo e adottate le conclusioni su difesa e migranti, ma il piano parte in salita. I 27 restano divisi sui finanziamenti.

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