Un piano di investimenti massicci. Misure per garantire liquidità ai settori più in difficoltà - in particolare turismo e trasporti - e favorire l’accesso al credito. Allentamento dei vincoli europei sugli aiuti di Stato, massima flessibilità per le regole di bilancio, nuove misure straordinarie di politica monetaria. I governi nazionali, la Commissione europea e la Bce stanno cercando di mettere a punto una strategia comune.
É proprio sull’isituzione di Francoforte che sta salendo la pressione perché faccia la sua parte. Tra i più espliciti in questo senso è stato il ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire: “Francoforte ha ancora margini di manovra”. Un chiaro messaggio (non tanto alla Bce quanto) ai colleghi nordici normalmente cauti sulle misure di politica monetaria.
L’ex numero uno dell’Fmi è chiamata a prendere una decisione difficile. Due opzioni sul tavolo: abbassare ulteriormente il costo della liquidità per le banche, rivendendo persino i contratti già realizzati e aiutando in questo modo l’afflusso del credito alle piccole e medie imprese in difficoltà; un nuovo allargamento del piano di acquisto di titoli pubblici, oggi limitato a 20 miliardi di euro al mese.
Uno degli obiettivi è evitare tensioni fra i titoli di Stato dell’Eurozona. A questo punto per trasformare l’emergenza sanitaria in una crisi finanziaria potrebbe bastare poco. E c’è chi teme un nuovo 2008, ma le premesse sono diverse: allora la crisi partì dalla finanza e si scaricò sull’economia reale. Qui sta accadendo l’esatto contrario.