L'Unione europea costa ai cittadini meno di una tazza di caffè al giorno. Lo aveva detto via twitter lo scorso 7 gennaio il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. POLITICO lo ha messo alla prova, tenendo conto dei contributi forniti dai paesi al funzionamento dell’UE, ma non considerando i fondi che ogni paese riceve come finanziamenti regionali o per la ricerca.
Il compito non è facile, anche perchè il prezzo di un caffè varia sensibilmente tra i paesi. In ogni caso, l’esito del fact checking è positivo. Anzi rafforza il risvolto politico del tweet di Juncker visto che nella maggior parte dei paesi UE il costo non è inferiore a quello di un caffè, bensì mezzo.
Tuttavia, a livello nazionale i valori sono fortemente differenziati. Il Lussemburgo, il Belgio, l'Irlanda, la Danimarca e la Finlandia sono i cinque paesi dove il costo è maggiore. Chi pensa che il principale pagatore sia la Germania, dunque, sbaglia. Il costo pro-capite dell'UE per i lussemburghesi è pari a 1,57 euro al giorno, i tedeschi se la cavano con la metà, ovvero 0,84 euro. Gli italiani con ancora meno: 0,56. Dalla classifica emerge che i 13 paesi maggiori contributori sono tutti entrati nell'UE entro il 1995. Anche la Grecia è membro dell’Unione da ben prima del 1995, ma, dopo un decennio di austerità, il peso dell’UE sui greci è di soli 0,15 euro al giorno.