L’Europa è ancora in cerca di un’intesa sul fronte delle misure da adottare per contrastare la crisi energetica e in particolare sull’ipotesi di tetto al prezzo del gas. È in sintesi questo l’esito del vertice informale del Consiglio europeo (svoltosi a Praga). Tutto rimandato al prossimo appuntamento (20 ottobre).
Tutti i Paesi membri puntano allo stesso risultato: gas meno costoso, con il minor danno possibile per le forniture. Ma, per riuscirci, ci sono almeno due differenti modalità, declinate a loro volta in una serie di proposte, spesso contrapposte.
Si può, ad esempio, imporre un tetto al prezzo del gas usato per produrre elettricità. Gli acquirenti nazionali continuerebbero ad acquistare gas ai prezzi attuali, ma lo Stato si farebbe carico dell’importo pagato al di sopra del tetto concordato. Una soluzione affine a quella già implementata su base domestica nella penisola iberica e dalla Germania.
C’è però l’opposizione di quei Paesi che non possono permettersi di sovvenzionare le importazioni gravando ulteriormente su bilanci nazionali (nell’ultimo anno sono già stati spesi nell’Ue 500 miliardi di euro per ammortizzare l’aumento delle bollette). Ma è una soluzione che riduce gli incentivi di privati e cittadini a consumare meno gas, forma energetica tra quelle più climalteranti.
In alternativa l’Ue può imporre su tutti gli acquisti di gas un tetto - fisso o, come proposto da Italia e altri tre Stati membri, dinamico - indicizzato al prezzo di gas e petrolio sui mercati internazionali. In questo modo non sarebbero i governi, ma i fornitori esteri a rimetterci.
Si correrebbe però il rischio di aggravare la crisi di approvvigionamento. La risposta di Mosca sarebbe scontata: chiusura definitiva dei propri rubinetti, che ancora rappresentano il 12% delle importazioni europee. E non tutti i fornitori sarebbero disposti a vendere gas all’Europa a prezzi ridotti, preferendo rivolgersi ad altri mercati.
Trovare una sintesi tra questi due differenti approcci non è facile. Ma è comunque necessario per evitare che la coesione europea, nata 70 anni fa sul carbone, si frantumi sul gas.