“Corro per guidare il grande ritorno degli Usa”. Si è espresso così il governatore della California Ron DeSantis nella diretta Twitter con Elon Musk in cui ha formalizzato l’annuncio della corsa per la nomination dei Repubblicani contro Donald Trump per le presidenziali 2024.
Una diretta che però si è rivelata un flop tecnologico, a tal punto che il New York Times (certo, una testata non vicina ai Repubblicani) l’ha definita “catastrofica”.
DeSantis, che vorrebbe affermarsi come un’alternativa più giovane, più istruita e affidabile di Trump, ha comunque detto “il declino americano non è inevitabile. È una scelta, e noi dovremmo scegliere una nuova direzione, un percorso che porti alla rivitalizzazione dell’America”.
Il Governatore della Florida - che nel suo Stato ha imposto pesanti restrizioni al diritto all’aborto, oltre alla messa al bando nelle scuole dei temi legati all’identità sessuale, allo schiavismo e al razzismo – ha poi spiegato che, in funzione anti-Cina, occorre “una robusta collaborazione con Giappone, India e Australia”.
Sull’energia – ha aggiunto il 44enne De Santis - “vogliamo l’indipendenza. Non vogliamo fare la fine della Germania. Lì non hanno una fornitura di energia ragionevole e i prezzi dell’energia stanno salendo”.
Beh, effettivamente è vero che ora l’Europa paga l’energia a prezzi maggiorati rispetto a quelli precedenti alla guerra in Ucraina (a tal proposito De Santis ha precisato di non volere un allargamento del conflitto e tantomeno il coinvolgimento delle truppe americane); ma DeSaster (così è stato rinominato, parafrando la parola disaster, ovvero disastro in italiano, il governatore della Florida da Trump dopo la diretta su Twitter) forse dimentica che l’esplosione dei prezzi è principalmente dovuta agli Stati Uniti, da cui il Vecchio Continente ora si rifornisce massicciamente di gas liquefatto.