È considerata l’arma nazionale degli Stati Uniti, la più diffusa in tutto il Paese, con una stima di oltre 40 milioni di pezzi venduti. E la protagonista di gran parte delle stragi di massa che, troppo spesso, insanguinano gli Usa. L’Ar-15, il fucile utilizzato sabato dal ventenne Thomas Matthew Crooks nell’attentato a Donald Trump, è molto più di un’arma, è uno dei simboli degli Stati Uniti.
Prodotto per la prima volta alla fine degli anni ‘50, il fucile semiautomatico ha avuto dapprima un uso militare per poi diventare il più diffuso per uso civile. Il nome deriva dall’azienda produttrice - ArmaLite -, mentre il 15 sta ad indicare il numero del modello di carabina.
Il progetto venne venduto negli anni alla Colt (l’unica impresa ad oggi che può produrre questo specifico modello), mentre le altre aziende realizzano i cosiddetti ‘Ar-15 style’ come pare essere quello utilizzato dall'attentatore della Pennsylvania.
L’arma d’assalto, che può sparare fino a 60 colpi al minuto, compare tra quelle più usate nelle stragi di massa negli Stati Uniti. Sia perché ha la possibilità di avere caricatori molto capienti - fino anche a 100 proiettili - sia per la sua ampia diffusione nel Paese, dove è possibile acquistarlo per poco più di 1.000 dollari.
Il nome dell’arma compare in tante mass-shooting (stragi di massa) in America, tanto che per dieci anni, dal 1994 al 2004, la sua vendita venne messa al bando dalla presidenza Clinton. Il divieto, tuttavia, non è stato rinnovato, facendo così impennare le vendite negli ultimi 20 anni.