Il 6 novembre si svolgeranno negli Stati Uniti le cosiddette elezioni di Midterm, che prevedono il rinnovo di un terzo del Senato e dell’intera Camera dei rappresentanti, l’elezione del governatore in molti stati oltre a quella di altre cariche locali.
I risultati di questa tornata elettorale sono particolarmente importanti poiché da essi dipende la capacità del presidente Donald Trump di governare nei prossimi due anni attraverso il controllo o meno di entrambi i rami del parlamento, oggi saldamente nelle mani dei repubblicani. In altri termini, potrebbe diventare un’anatra zoppa (lame duck).
Al Senato il presidente non dovrebbe avere problemi poiché dei 35 senatori da rieleggere ben 24 sono democratici, 9 repubblicani e 2 indipendenti. Rimarranno invece in carica 43 senatori repubblicani e solo 24 democratici. Per riuscire a ottenere la maggioranza i democratici non solo dovranno difendere i loro candidati in 24 stati, ma dovranno conquistarne altri quattro a forte tradizione repubblicana, come il Texas e il Nevada o il Mississippi. La conquista della maggioranza dei seggi al Senato da parte democratica appare un’impresa quanto mai improbabile se non impossibile.
Molto diversa è la situazione alla Camera dei rappresentanti. Qui all’apparenza i repubblicani godono della forte maggioranza di 236 deputati contro i 193 dell’opposizione. I democratici dovranno quindi guadagnare almeno 25 nuovi rappresentanti. Tuttavia, nelle ultime 18 elezioni di midterm del secondo dopoguerra, il partito del presidente ne ha sempre persi in media 25.
Sebbene questi calcoli aritmetici abbiano una scarsa significatività statistica, sono tuttavia corroborati dai sondaggi che da qualche mese danno ai democratici una probabilità di conquistare la Camera dei rappresentanti superiore all’80% e di eleggere oltre 230 rappresentanti contro circa 200 dei repubblicani.
Cresce per Trump il rischio dell’anatra zoppa.