Dall’11 settembre 2001 a oggi, vent’anni di ‘guerra globale al terrore’ hanno reso gli Stati Uniti un paese sempre più militarizzato, all’interno come all’estero. Un fatto che ha prodotto anche enormi costi economici.
Vent’anni fa la ‘guerra al terrore’ era stata lanciata con la visione illusoria che l’Afghanistan non sarebbe diventato un pantano, e che la guerra in Iraq sarebbe finita in “cinque settimane, cinque giorni o cinque mesi” e che sarebbe costata solo 60 miliardi di dollari. Quando gli Stati Uniti sono entrati in guerra e hanno dirottato la spesa per la sicurezza interna verso obiettivi di lotta al terrorismo, pochi potevano prevedere le ripercussioni di vasta portata per i militari, i veterani, i migranti, la sicurezza interna.
La guerra al terrorismo ha portato a creare un grande apparato di sicurezza con funzioni di antiterrorismo, che si è poi esteso all’immigrazione, alla criminalità e alla droga. Il risultato è una cultura militarista e xenofoba che oggi dilaga nelle politiche interne ed estere degli Usa, e che è all’origine delle divisioni politiche tra le più profonde nella storia del paese. Un altro effetto è stato quello di sottovalutare altri problemi, come il rischio di pandemie, il cambiamento climatico e le grandi disuguaglianze.
I costi economici continuano intanto a crescere: oggi il bilancio del Pentagono è maggiore di quello raggiunto al culmine della guerra in Vietnam o della Guerra fredda, e rappresenta più della metà della spesa discrezionale del governo federale. Nonostante il ritiro dell’Afghanistan, la guerra al terrore continua. E l’establishment della sicurezza nazionale degli Stati Uniti sta preparando una nuova era di scontro con la Cina. Molte voci hanno proposto una riduzione della spesa militare. Ponendo fine alle guerre e limitando le attività militari Usa nel mondo, si potrebbe dimezzare il bilancio del Pentagono, con un risparmio di circa 350 miliardi di dollari.
I numeri
Due decenni dopo l’11 settembre 2001, la risposta americana ha portato alla militarizzazione della politica estera e interna, con un costo totale di 21 mila miliardi di dollari in vent’anni.
Dei 21 mila miliardi di dollari, 16 mila miliardi sono andati alle forze militari (compresi 7200 miliardi per le società private di sicurezza), 3 mila miliardi ai programmi per i veterani, 949 miliardi alla sicurezza interna e 732 miliardi alle forze dell’ordine federali.
Con queste risorse, gli Stati Uniti potrebbero investire in molte attività che sono state trascurate: dalla decarbonizzazione del sistema elettrico alla creazione di nuovi posti di lavoro, dalla cancellazione del debito degli studenti universitari al credito di imposta sui figli, dalla scuola materna gratuita per tutti i bambini all’aumento dei salari degli insegnanti e fino alla fornitura di vaccini anti Covid-19 ai paesi a basso reddito.