La proprietà intellettuale (PI) come volano della crescita nel medio-lungo periodo. Per questo motivo la PI è divenuta uno dei cardini della politica economica del presidente giapponese, Shinzo Abe, che sollecita maggiori investimenti nell'innovazione per creare ricchezza man mano che la forza lavoro del paese invecchia e si riduce.
Il Giappone si è classificato al secondo posto dopo gli Stati Uniti nelle esportazioni di PI nel 2014, l'ultimo anno per il quale erano disponibili dati completi, secondo l'OCSE.
I dati forniti dal governo nipponico confermano il posizionamento del paese in prima fila, citando un aumento delle entrate derivanti da PI del 74 per cento nel corso degli ultimi 5 anni.
E nei prossimi anni la musica non dovrebbe cambiare. Anzi. Il trasferimento di reddito dall'estero al Giappone dovrebbe arrivare proprio attraverso i servizi, comprese le proprietà intellettuali, piuttosto che le merci.
Anche gli altri governi dei paesi avanzati lo hanno capito, e data l'importanza della PI per le loro economie, stanno cercando di rafforzare le protezioni in questo ambito. Che non è, poi, così piccolo visto che si applica ai beni immateriali inclusi marchi, diritti d'autore e brevetti industriali, e copre tutto, dalle icone come Hello Kitty ai progressi della robotica di Fanuc Corp.