
“I Campi Flegrei sono il nostro supervulcano, quello davvero pericoloso, più del Vesuvio, quello suscettibile di attività devastanti. E ci vivono 500-600mila persone”. A sostenerlo è Mario Tozzi, primo ricercatore del Cnr, in un’intervista realizzata all’indomani della scossa di terremoto di magnitudo 4.4 registrata il 20 maggio 2024 nell’area dei Campi Flegrei. L’intensità, la più forte degli ultimi quarant’anni, era stata analoga a quella del terremoto di questa notte (13 marzo 2025).
Si tratta – secondo Tozzi - di “un pentolone sotterraneo pieno di magma ribollente, ed è in grado di sprigionare eruzioni esplosive, in linea teorica devastanti. Nello scenario più catastrofico al momento non ipotizzabile, pur essendo possibile, dovremo parlare di esodo non evacuazione. In ogni caso si tratta di 29 vulcani e centri eruttivi che sono stati tutti nascosti”.
Nascosti da cosa e da chi? “Da un ospedale, da un ippodromo, e poi da un quartiere e da una città di quasi 80.000 abitanti – spiega il geologo -. Solo la Solfatara e gli Astroni appaiono ancora come vulcani. Degli altri ogni traccia è stata cancellata da case, asfalto e cemento. E così ogni memoria è stata cancellata. Nel 1538 nacque in pochissimi giorni un vulcano di tutto rispetto (il Monte Nuovo). Invece continuiamo a trattare i Campi Flegrei come un territorio qualsiasi. Piuttosto che persuadere la gente ad andar via, abbiamo invogliato a viverci, abbiamo continuato a costruire”.