Mangi una banana, butti la buccia nel contenitore dell’organico e qualche settimana dopo, proprio quella buccia, ti permetterà di mettere in moto l’auto.
Per il Gruppo Hera, la multiutility bolognese attiva nei settori rifiuti, acqua e luce, dare impulso all’economia circolare rientra tra i principali obiettivi. È così che nasce l’impianto di Sant’Agata Bolognese per la produzione di biometano dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani.
37 i milioni di euro investiti e nessun ulteriore consumo di suolo: la struttura nasce su un’area dove esisteva già un sito di compostaggio. A Sant’Agata confluiscono rifiuti organici da raccolta differenziata da Bologna, Modena e in parte Ferrara. Sono circa 100 mila tonnellate l’anno, a cui si aggiungono 35 mila tonnellate di sfalci e potature provenienti da parchi e giardini.
Il rifiuto triturato e vagliato rimane per circa 21 giorni in quattro digestori orizzontali, chiusi ermeticamente, in cui i microrganismi compiono il processo di biodigestione anaerobica producendo biogas che, in un secondo momento, viene sottoposto a raffinazione. Conclusa la fase di upgrading si ottiene il biometano.
“In un anno siamo in grado di ottenere 7,5 milioni di metri cubi di biometano, combustile rinnovabile al 100%, - spiega Stefano Ghetti, responsabile della business unit compostaggio e digestori di Herambiente - evitando così il consumo di 6 mila tonnellate di petrolio e l’emissione di 14.600 tonnellate di CO2.”