Da foresta pluviale a savana, il passo è breve per l’Amazzonia devastata dagli incendi e sempre più esposta al riscaldamento climatico. A lanciare l’allerta è uno studio dello Stockholm Resilience Centre, pubblicato sulla rivista Nature Comunications, in base al quale oggi fino al 40% delle foresta pluviale amazzonica si trova già ad un punto di non ritorno.
Gli esperti si aspettavano effetti come questi ma avevano valutato che tali cambiamenti strutturali si sarebbero verificati molto più in là. In altre parole l'avvio del punto di non ritorno non era atteso così presto.
Rispetto a settembre 2019, in Amazzonia gli incendi sono aumentati di oltre il 60% lo scorso mese, facendo segnare alla foresta pluviale il peggior record degli ultimi 10 anni, in un contesto ulteriormente aggravato dalla siccità persistente.
Ora a decretare lo stato di “catastrofe nazionale” è la Bolivia, dove nel solo mese di settembre sono andati in fumo 2,3 milioni di ettari di foreste e pascoli, dopo i 6,4 milioni distrutti nel 2019.
Ma la drammatica situazione dell’Amazzonia non riguarda solo Brasile e Bolivia. Secondo uno strumento di monitoraggio degli incendi finanziato in parte dalla Nasa, la foresta pluviale presente in 9 Paesi conta attualmente oltre 28.892 incendi attivi.