A 11 anni dal catastrofico terremoto di magnitudo 6,1 che causò più di 220 mila morti, oltre 300.000 feriti e 1,5 milioni di sfollati, Haiti è ripiombata nell’incubo. Un sisma di magnitudo 7,2 ha fatto crollare case e tremare edifici in un Paese che ancora non si è ripreso dal disastro del gennaio 2010. Oltre 2.000 le vittime, ma il bilancio è destinato a salire.
Il primo ministro, Ariel Henry, ha parlato di danni “enormi”. L’epicentro è stato localizzato a 12 chilometri da Saint-Louis du Sud, 160 km a ovest del centro della popolatissima capitale Port-au-Prince, e la scossa è stata avvertita in gran parte dei Paesi caraibici.
Il sisma del 2010 distrusse centinaia di migliaia di case, oltre a edifici amministrativi e scuole, e mise fuori uso il 60% del sistema sanitario. La ricostruzione del principale ospedale del Paese è ancora in corso e le organizzazioni non governative cercano di compensare le numerose carenze dello Stato.
Poco più di un mese fa, inoltre, un commando di uomini armati ha assassinato il presidente Jovenel Moise nella sua abitazione, scuotendo un Paese flagellato dalla povertà, dalla criminalità e dal Covid.