I primi studenti al mondo sono stati i neozelandesi. Il 15 marzo 2019 passerà nella storia della lotta per il clima. Protagonista una sedicenne: Greta Thunberg, proposta per il Nobel per la pace.
Cresce il numero delle adesioni a "FridaysForFuture", lo sciopero degli studenti contro i cambiamenti climatici. Un movimento oramai globale, nato sull'onda dell'esempio della govane attivista svedese: all'appuntamento hanno finora aderito movimenti di studenti in 106 Paesi diversi, con manifestazioni previste in 1693 città ai quattro angoli del pianeta. Da settimane il nuovo movimento degli studenti chiede a gran voce ai governi dei rispettivi Paesi politiche più incisive contro il riscaldamento globale, in particolare per ridurre le emissioni di anidride carbonica, tra i principali gas serra.
Nelle ultime settimane gli studenti di 117 paesi hanno manifestato in 1939 luoghi diversi. E per l'appuntamento di venerdì 15 marzo i numeri sono davvero impressionanti. L'Italia, con 208 raduni organizzati, è uno dei Paesi più attivi, dietro Francia (212), ma prima di Germania (196), Stati Uniti (168), Svezia (129) e Gran Bretagna (111). In Europa la manifestazione del 15 marzo coinvolgerà gli studenti anche in Spagna (65), Portogallo (36), Belgio (31), Irlanda (31) e Finlandia (26).
Fuori dall'Ue e dagli Stati Uniti, i Paesi in prima linea sono Canada (54 raduni) e Australia (51). Molto significativa la partecipazione di diverse nazioni dell'America latina, tra cui Messico (28 raduni), Brasile (21), Argentina (18) e Cile (12). In Asia gli studenti più coinvolti sono quelli dell'India, con 29 proteste domani, mentre negli altri Paesi (Giappone, Nepal, Cina, Corea del Sud) la causa per il clima è risulta finora meno partecipata. Ma a livello globale cresce la disobbedienza civile.