Il riscaldamento globale sta avanzando a una velocità che non trova eguali negli ultimi 2 mila anni, così esteso da riguardare il 98% del pianeta. Lo indicano due ricerche pubblicate sulle riviste Nature e Nature Geoscience e coordinate entrambe da Raphael Neukom, dell'Università svizzera di Berna.
Entrmbi gli studi si basano sui dati relativi all'andamento del clima dall'epoca dell'Impero Romano fino alla fine del ventesimo secolo. Nel ricostruire 2000 anni di storia del clima i ricercatori hanno utilizzato 700 indicatori, come gli anelli di accrescimento degli alberi e i dati relativi all'analisi delle carote di ghiaccio e dei sedimenti marini e lacustri.
Emerge uno scenario inquietante. Ad esempio, la Piccola era glaciale che si è verificata tra il XVI e il XIX secolo aveva toccato solo il 12% del globo, con picchi diversi fra le varie regioni. Si è visto inoltre che l'anomalia climatica medievale, un periodo caldo che si è verificato tra il 950 e il 1250, ha riguardato il 40% della Terra.
Cifre che non hanno eguali con quelle del riscaldamento climatico attuale, che riguarda il 98% della superficie del Pianeta. Quello che emerge con più forza da questi studi è il tema dell'accelerazione dell'attuale cambiamento climatico, della sua velocità. Se durante i cambiamenti climatici del passato, la Terra rispondeva in tempi diversi nelle varie regioni, adesso "l'impatto dell'uomo sul clima è così forte che sovrasta tutto e il Pianeta risponde globalmente".