L’attenzione del mondo sembra rivolta alle foreste e agli oceani. D’altronde sono arrivati numerosi moniti su quanto siano importanti per l’ecosistema. Ma ora uno studio dell’Fmi suggerisce di guardare anche a Oriente. Ed esattamente al Giappone.
Anche la terza economia al mondo, non solo il Brasile, costituisce una pericolosa minaccia al futuro del pianeta. Almeno fino a quando non smetterà di dare la caccia alle balene, che costituiscono uno dei più straordinari meccanismi naturali di assorbimento dell’anidride carbonica.
Durante i suoi 60 anni di vita (media), il più grande animale del mondo assorbe in media 33 tonnellate di CO2 (un albero ne toglie dall’atmosfera una ventina di chili l’anno).
Ma l’elemento più importante è un altro: gli escrementi della balena sono ricchi di ferro e azoto. E questi minerali sono cruciali per lo sviluppo del fitoplankton. Sono le enormi concentrazioni di questi organismi il più efficiente aspiratore di CO2. E i biologi hanno rilevato che il plankton è tanto più abbondante, quante più balene ci sono nei dintorni.
Ecco allora che se si riuscisse a riportare il numero delle balene in circolazione - oggi ridotto a 1,3 milioni - ai 4-5 milioni dell’era pre-caccia su scala industriale, l’impatto sul cambiamento climatico sarebbe rilevante.