I rifiuti elettronici rappresentano una potenziale fonte di materiali recuperabili ad altro valore, ma nel 2016 solo il 20 per cento circa di essi (pari a 8,9 milioni di tonnellate) è stato riciclato: lo sottolinea il rapporto Global E-waste Monitor 2017, a cura dell'International Telecommunication Union (ITU), dell’Università delle Nazioni Unite (UNU) e dell’Associazione Internazionale Rifiuti Solidi (ISWA).
Attualmente il 66 per cento della popolazione mondiale, che vive in 67 paesi, è coperto dalle leggi nazionali sulla gestione dei rifiuti elettronici, un aumento significativo rispetto al 44% nel 2014.
Bassi tassi di riciclo possono avere un impatto economico negativo. Nel 2016 si stima che i rifiuti elettronici contenevano ricchi giacimenti di oro, argento, rame, platino, palladio e altri materiali recuperabili preziosi per un valore totale pari a 55 miliardi di dollari, una cifra che supera il pil della maggior parte dei paesi il mondo. Il volume crescente di rifiuti elettronici - compresi i prodotti scartati con batteria o spina, come telefoni cellulari, computer portatili, televisori, frigoriferi e giocattoli elettrici - rappresenta una grave minaccia per l'ambiente e la salute umana. Come evidenzia il rapporto, nel 2016 sono stati generati 44,7 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, con un incremento di 3,3 milioni di tonnellate metriche, ovvero l'8 per cento dal 2014. Gli esperti prevedono che i rifiuti elettronici aumenteranno di un ulteriore 17 per cento fino a 52,2 milioni di tonnellate entro il 2021.