“We want action, Obama”, hanno risposto i giovani al discorso che ha tenuto loro l’ex presidente Usa in un incontro a Glasgow in occasione della Cop26. Obama, che era stato determinante per il risultato della Cop21 a Parigi nel 2015, ha fatto il punto della situazione, a 6 anni dall’Accordo. In contraddizione con l’emissario Usa John Kerry, che ha detto di aspettarsi “un successo senza precedenti” a Glasgow, “ci sono momenti in cui sono scoraggiato – ha ‘confessato’ Obama –. Ho dubbi che l’umanità possa agire prima che sia troppo tardi”. Poi invita a superare lo “scoraggiamento”, anche se, va constatato, “molti paesi non hanno rispettato gli impegni presi”.
Obama fa una lista dei colpevoli: prima di tutto, il suo successore alla Casa Bianca (Donald Trump). Poi Cina e Russia. Jinping e Putin hanno boicottato Glasgow, una decisione che – ha detto l’ex presidente - rivela “una pericolosa assenza di senso dell’emergenza, la volontà di mantenere lo status quo da parte di entrambi”.
I giovani hanno rinfacciato a Obama di non aver mantenuto la promessa, quando era presidente, di finanziare con almeno 100 miliardi di dollari l’anno la transizione e l’adattamento nei paesi poveri, che non sono responsabili del riscaldamento climatico ma ne subiscono le conseguenze in prima linea, una promessa ripresa a Glasgow e ora fissata per il 2023. “Gli Usa hanno tradito – ha sostenuto la militante Vanessa Nakate – e questo costerà vite in Africa”.