Ci vorrà almeno un mese per riparare il cavo di comunicazione sottomarino che collega il resto del mondo alle isole Tonga, devastate da un’eruzione - la più violenta in 30 anni - e da uno tsunami. A stimare i tempi è stato il ministero degli Esteri della Nuova Zelanda. Il che rende tutto ancora più complicato nel piccolo Stato del Pacifico.
Le poche comunicazioni che ci sono state da quando sabato l’arcipelago è stato colpito dalla catastrofe naturale sono state possibili grazie ad alcuni telefoni satellitari, per lo più posseduti da ambasciate straniere nella capitale Nuku’alofa. Secondo la società ci sono due rotture separate nel cavo, una situata a 37 km dalla costa e l’altra vicino al vulcano che ha eruttato, il che rende difficile la riparazione.
Lo scorso 15 gennaio a Tonga si è verificato uno tsunami causato dalla potente eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai. Le isole sono state avvolte dalla cenere, si sono ritrovate senza internet, in black-out elettrico, con le linee telefoniche interrotte. Le vittime fino ad ora accertate sarebbero tre.
Ma oltre alle preoccupazioni legate al disastro naturale, ora si teme anche un’emergenza Covid. Dall’inizio della pandemia l’arcipelago ha registrato un solo contagio, ma ora potrebbe ‘importare’ il coronavirus dai soccorritori giunti sulle isole del Pacifico per aiutare gli abitanti.