Il problema dell’inquinamento del Gange è stata la molla che ha spinto due amici d’infanzia, Ankit Agarwai e Karan Rastogi, a co-fondare HelpUsGreen, un’impresa sociale che mira a ridurre l’inquinamento del fiume raccogliendo gli scarti dei fiori per tenerli fuori dall’acqua, utilizzandoli per farne un fertilizzante organico al 100 per cento oppure trasformandoli in incenso per i consumatori europei. L’impresa impiega per lo più giovani donne provenienti da strati socio-economici bassi, cercando quindi di offrire benefici alle persone, al pianeta e alla crescita economica.
Si tratta di un esempio di economia circolare, una sfida ambientale che anche altre imprese hanno raccolto per rigenerare l’economia grazie all’innovazione e alla sostenibilità: nel 2014 la Banca Mondiale ha stimato che il costo del degrado ambientale dell’India è pari a 80 miliardi di dollari all’anno e che potrebbe rappresentare l’ostacolo maggiore per la futura crescita economica del Subcontinente Indiano.
Le imprese sociali giocheranno quindi un ruolo importante: attraverso il nuovo paradigma della “innovazione sociale circolare” attività e servizi innovativi e rigenerativi consentiranno lo sviluppo sostenibile, generando come obiettivo primario il benessere socio-ambientale anziché i profitti individuali o aziendali.
L’innovazione sociale circolare ha tre caratteristiche che la differenziano da altre forme di imprenditoria e innovazione sociale: un approccio olistico, che considera in modo integrato fin dall’inizio i risultati economici, ambientali e sociali; si concentra solo su attività rigenerative, cosa le altre tipologie di imprese non sempre fanno; le innovazioni in termini di processo/prodotto sono fondamentali per il paradigma. Le imprese che soddisfano tutti e tre questi requisiti giocheranno un ruolo importante nelle economie in via di sviluppo, portando avanti questo nuovo tipo di modello.