Le emissioni di gas serra sono diminuite nel 2023 in Germania al livello più basso dagli anni Cinquanta. L’anno scorso le emissioni tedesche di CO2 sono scese a quota 673 milioni di tonnellate: rispetto al 1990, la riduzione è stata del 46 per cento.
A cosa è dovuto questa sorta di inatteso miracolo considerando anche il fatto che Berlino ha definitivamente chiuso con il nucleare spegnendo nel 2023 le ultime tre centrali attive?
Le ragioni principali vanno ricercate nella crisi energetica correlata alla recessione in cui è caduta l’economia tedesca (specialmente nell’industria ad alta intensità energetica) e al cambiamento della bilancia commerciale, con minori esportazioni e maggiori importazioni a basso costo.
Un contributo alla riduzione delle emissioni è giunto anche dai risparmi del consumo di elettricità e gas, mentre l’uso del carbone destinato alla produzione di elettricità è tornato ai livelli degli anni Sessanta.
Il taglio in maniera significativa delle emissioni di CO2 è dunque dipeso dal calo della domanda di elettricità, a causa degli elevati prezzi, e dall’aumento della produzione di elettricità verde, in seguito al boom senza precedenti registrato nel 2023 nell’installazione di pannelli solari.
Il risultato è che l’anno scorso, per la prima volta in Germania, il consumo di elettricità è derivato per oltre il 50 per cento dalle energie rinnovabili (vento, sole, acqua o biomassa).
A fare i conti è stato il think tank tedesco Agora Energiewende che però avverte: solo il 15 per cento del risparmio totale avrà un effetto a lungo termine perché derivato dall’aumento di elettricità green, da misure di efficienza energetica o dal passaggio a combustibili più rispettosi del clima.
Anche alla luce di questo ultimo appunto, sembra che la Germania abbia comunque intrapreso una via concreta verso la riduzione delle emissioni. E l’analisi del think tank è stata fatta a “bocce ferme”: non si tiene ad esempio conto che anche i comportamenti di individui e aziende potrebbero nel frattempo diventare più virtuosi.
