Mango in Sicilia. Olio d’oliva a ridosso delle prealpi lombarde. Champagne in Inghilterra. Negli ultimi 30 anni la temperatura media dell’anno, in Sicilia come nel nord della Francia e nel sud dell’Inghilterra è aumentata di circa un grado. Tanto è bastato per rivoluzionare la geografia agricola del Vecchio continente, imponendo a centinaia di aziende di aprirsi a nuovi orizzonti.
Attualmente, sulle pendici dell’Etna, accanto a limoni e tarocchi, si producono mango, avocado e altri prodotti tropicali. A far loro posto sono quasi sempre i vigneti, che gli esperti giudicano le coltivazioni in assoluto più sensibili ai cambiamenti climatici.
Secondo alcuni studi, nei prossimi anni a livello globale il 56% delle aree oggi deputate alle vigne diventeranno inutilizzabili per far vino. Al contempo, paesi come il Canada diventeranno terreni privilegiati proprio per le vigne.
Una dinamica che determinerà anche una mutazione del valore dei terreni agricoli europei. In Svezia, la terra coltivabile aumenterà il suo valore al di là del 60%. In Scozia, i prezzi cresceranno fra il 40 e il 60%, in Inghilterra fra il 20 e il 40%.
In gran parte della Spagna e nell’Italia, un terreno agricolo varrà poco. La perdita di valore oscillerà fra il 60 e il 90%. In termini complessivi, l’agricoltura italiana pagherà il tributo più alto d’Europa al cambiamento climatico. Alcune stime indicano un conto salato: 100 miliardi di euro.