Le maggiori società quotate italiane dell’industria e dei servizi hanno perso 64 miliardi di ricavi e 20 miliardi di utili. È quanto emerge dall’analisi dell’Ufficio studi Mediobanca in merito all’impatto avuto dal Covid sull’andamento nei primi 9 mesi del 2020 in Italia e per le multinazionali mondiali.
Mediobanca ha preso in esame 26 società del Ftse Mib, escludendo la finanza e le assicurazioni. A fine settembre queste avevano bruciato 46 mld di capitalizzazione, dai 354 iniziali, anche se il calo è stato in gran parte colmato e ora ammonta solo a 11 mld.
Il fatturato è sceso del 21%. Il dato è superiore al -11% delle medie imprese perché nel campione delle 26 quotate hanno più peso settori in forte difficoltà come l’auto. Nei 9 mesi i risultati vedono il -14% dei ricavi dei servizi, il -16,4% dell’energia, -18,7% della manifattura, -39,7% del petrolifero.
Guardando alle singole società, fatturato in crescita nel periodo solo per Diasorin (+16,2%), Inwit (+6,4%), Snam (+3,9%), Stm (+2,9%), Terna (+1,7%). Nel terzo trimestre la manifattura è stata la più veloce a riprendere (+56,1% sul secondo trimestre, contro il +39,1% dell'intero Ftse Mib).
Mediobanca ha anche analizzato l’effetto dell'epidemia sulle multinazionali mondiali: qui i big del web, della grande distribuzione, dell’elettronica vincono la sfida del Covid e riescono nel 2020 a incrementare ricavi e utili, mentre auto, moda, e media accusano pesantemente le conseguenze della pandemia.
La media della variazione del fatturato delle multinazionali mostra un calo del 4,3% nel periodo, ma le compagnie websoft evidenziano un +18,4%, trainato dal food delivery, dai videogiochi, dall’e-commerce.