Utile netto adjusted di 4,7 miliardi di euro nel 2021 per Eni, il più alto dal 2012, e un Ebit (margine operativo lordo, ovvero il risultato operativo prima della deduzione degli oneri finanziari e delle imposte) adjusted di 9,7 mld (con un incremento di 7,8 mld sul 2020, pari al +400%). Lo rende noto la società energetica diffondendo i dati dell’esercizio 2021.
“Risultati eccellenti”, ha commentato l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi spiegando che hanno “accelerato la nostra strategia di trasformazione che fa leva sull’integrazione di tecnologie, nuovi modelli di business e stretta collaborazione con i nostri stakeholders. La rigorosa disciplina finanziaria e la riduzione dei costi messe in campo in seguito alla crisi pandemica ci hanno consentito di cogliere al meglio la forte ripresa economica del 2021”.
Nel quarto trimestre del 2021 Eni ha registrato un Ebit adjusted di gruppo di 3,8 mld in crescita del 53% rispetto al terzo trimestre 2021. L’utile netto adjusted è stato 2,1 mld nel quarto trimestre 2021 con un incremento del 47% rispetto al terzo trimestre 2021 dovuto alla capacità di catturare lo scenario e alla crescita della produzione.
Il confronto con i corrispondenti reporting period 2020 caratterizzati dalla crisi del Covid-19, spiega Eni nella nota sui conti, evidenzia recuperi di ampie proporzioni: +2,1 mld e +5,5 mld, rispettivamente, rispetto al quarto trimestre e all’esercizio 2020.
Nell’esercizio 2021 il free cash flow organico è di 7,6 mld in grado di coprire il pagamento dei dividendi e il buy-back (in totale 2,8 mld), la manovra di portafoglio a sostegno dei business della transizione (2,1 mld) e permette di ridurre il debito netto a 9 mld e il rapporto di leva a 0,20 contro 0,31 a fine 2020.