Patrick Zaki è arrivato a Bologna. L’università in cui studiava e la città in cui aveva cominciato una vita da studente internazionale lo attendevano dal 7 febbraio 2020, giorno in cui era partito, dopo un esame del master in Studi di genere, per andare a trovare i suoi genitori al Cairo.
Una volta giunto nell’aeroporto egiziano fu fermato, poi arrestato: 22 mesi di carcere, poi il processo fatto di continui rinvii, infine la condanna per un reato di opinione e la grazia concessa dal presidente egiziano al-Sisi. Dopo 1,262 giorni, il 32enne egiziano è tornato da uomo libero a Bologna.
“La mia è stata una storia di successo, ma in Egitto ci sono ancora centinaia di persone in prigione - ricorda Zaki -. Chiediamo che vengano rilasciate. Meritano la grazia presidenziale come me”.
“Sono qui anche come difensore dei diritti umani”, sottolinea Zaki chiedendo “giustizia per Giulio Regeni”.