L’auto cinese attratta dalla Turchia (e così evita i dazi europei...)

Arriva Chery dopo Byd

L’auto cinese attratta dalla Turchia (e così evita i dazi europei...)

La Turchia potrebbe essere vicina alla definizione di un investimento da parte della casa automobilistica cinese Chery, dopo aver raggiunto un accordo per un impianto di assemblaggio con BYD all’inizio di quest’anno (che entro il 2026 sarà in grado di sfornare 150mila veicoli l’anno, creando 5mila posti di lavoro e ulteriori 20mila di indotto).

Si tratta di una conferma dei buoni rapporti tra Ankara e Pechino, che stanno portando ad rafforzare i legami con i produttori di auto cinesi, alla ricerca di un ecosistema favorevole con un basso costo del lavoro e adatto a realizzare impianti di produzione in un Paese che ha un accordo di libero scambio con l’Ue.

Non si tratta di un dettaglio, quest’ultimo, visto che consente di aggirare l’ostacolo dei dazi europei, tariffe aggiuntive decise in giugno e riviste in agosto dalla Commissione, ma la cui entità è ancora in corso di definizione.

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