Dagli anni ’80 una potente industria si è sviluppata nelle Isole Cayman, nel Lussemburgo e in Hong Kong, lontano da occhi indiscreti. Molti dei servizi offerti dalle istituzioni finanziarie e dai consulenti di questi paesi sono legali. Ma riducono legittime entrate fiscali di altri Paesi, aumentano la disuguaglianza e alimentano l'instabilità finanziaria globale.
Analizzando i dati macroeconomici e monitorando i flussi monetari internazionali viene a galla che in tutto il mondo più del 40% dei profitti delle multinazionali sono trasferiti artificialmente nei paradisi fiscali, mentre l'8% della ricchezza finanziaria delle persone è nascosto in questi luoghi. Mancano, dunque, all’appello 350 miliardi di euro l'anno, di cui 120 per l'UE e 20 per la Francia.
I dati sono stati elaborati dall'economista francese, assistente all'Università di Berkeley e specialista in evasione fiscale, Gabriel Zucman.