La pandemia da Covid 19 non frena il lusso, nonostante anche nuovi casi in Cina. È infatti proprio la combinazione di una robusta crescita della spesa cinese e di un buon inizio della stagione degli utili a sostenere titoli di colossi come Lvmh, Hermes e Kering, che hanno raggiunto livelli record negli ultimi due mesi.
Lo rileva una serie di analisti, ad esempio di Blackrock, che paragonano le azioni società del lusso europee a quelle dei tecnologici Usa, dunque senza rivali nel loro dominio globale. A guardare ad esempio ai risultati di Richemont dell'ultimo trimestre 2020, le vendite sono salite dell'1% (+5% a cambi costanti), particolarmente solide in Asia Pacifico, Medio Oriente e Africa, con crescite a due cifre che hanno ampiamente compensato i cali a una cifra in Americhe e Giappone.
Ottima la performance della gioielleria. Quello dei preziosi è uno dei settori che meglio ha retto alla pandemia, con l'acquisizione di Tiffany, dopo quella di Bulgari, si fa strada Lvmh ma sono molto attivi anche Kering, Chanel, Van Cleef & Arpels e naturalmente il leader Cartier.
L’andamento dei beni di lusso (detti di ‘Giffen’), tuttavia, non stupisce gli economisti. Un bene di Giffen è un particolare tipo di bene per il quale un aumento del prezzo (o una diminuzione del reddito del consumatore) causa un aumento della domanda, e viceversa. Si tratta nella teoria microeconomica di un bene inferiore il cui effetto reddito è superiore all’effetto sostituzione, per cui la curva di domanda ha un’inclinazione positiva.