Quasi un terzo delle aziende europee in Cina ha registrato un calo dei ricavi nel 2022. Il dato emerge dall’Indagine sul clima aziendale della Camera di commercio dell’Unione Europea in Cina e mostra valori mai registrati fino ad ora da quando sono iniziate le rilevazioni (2014).
Il 64 per cento dei 570 imprenditori intervistati ha aggiunto che fare affari in Cina è diventato più difficile nel 2022, in aumento di 4 punti percentuali rispetto all’anno precedente. L’8 per cento delle aziende ha dichiarato di aver deciso di spostare altrove gli investimenti previsti per la Cina, mentre un altro 11 per cento ha affermato di aver già spostato gli investimenti fuori dal paese. Destinazioni principali sono diventate l’Europa, Stati del Sud-Est asiatico e paesi come la Corea del Sud.
Sulle cause che sono alla base di queste tendenze, inevitabile soffermarsi sulla strategia zero-Covid promossa da Pechino e sulle misure economiche che – come nel caso del settore sanitario – favoriscono le imprese nazionali a danno di quelle estere. A ciò vanno aggiunte le motivazioni geopolitiche che affondano le radici nella competizione tra Usa e Cina.
Ma non tutto segue un unico flusso. Ad esempio, in seguito a un percorso intrapreso anni fa, le autorità doganali cinesi hanno autorizzato 12 stabilimenti italiani a esportare carne bovina in Cina.